“Per aumentare la sicurezza non serve chiudersi, ma aprirsi alla movida”

Pubblicato il 1 Settembre 2017 alle 16:43

“Per aumentare la sicurezza non serve chiudersi, ma aprirsi alla movida”

Rimini, 01/09/2017

Negli anni Sessanta e Settanta sono stato, forse indegnamente, protagonista delle notti riminesi svolgendo l’attività di dj all’Embassy, uno dei locali più famosi. Alla chiusura, attorno alle 5 del mattino, vi assicuro che si incontravano migliaia e migliaia di giovani che giravano tranquillamente sul lungomare e sui viali, i pubblici esercizi erano aperti e si potevano permettere di servire pizze e birre anche a quell’ora della notte. Dopo i fatti, gravissimi e condannabili senza se e senza ma, in questi giorni sento chiedere da più parti chiusure, annullamenti degli eventi, barricate, coprifuoco. Credo invece che si debba andare in tutt’altra direzione: riprendiamoci il nostro territorio, viviamolo, accendiamolo una volta di più! La movida, la gente, per decenni hanno occupato ogni posto e ogni ora del giorno e della notte: il movimento, la vita, le luci contrastavano di fatto qualsiasi tipo di crimine.

I commercianti, lo ribadisco sempre, sono le sentinelle del territorio: dove si accende una luce si sottrae il territorio all’illegalità. Auspico sempre più luci, più vetrine e più commercianti che abbiano la voglia e la forza di mettersi in prima linea per contrastare il fenomeno dell’abbandono dei nostri luoghi a degrado e oscurità. E all’amministrazione chiedo di starci a fianco con provvedimenti e iniziative che ci aiutino a sviluppare questo percorso.

Che Rimini sia il primo distretto turistico europeo lo abbiamo capito in questi giorni una volta di più: fatti simili avvenuti in concomitanza in altre parti d’Italia sono stati derubricati con un articoletto o poco più. La nostra città è finita invece sulle pagine dei giornali di tutto il mondo. Abbiamo tanti agguerriti competitor nazionali e internazionali a cui evidentemente diamo fastidio: in troppi hanno approfittato di questa situazione come sciacalli. Il nome Rimini è una cassa di risonanza incredibile, nel bene e nel male. E allora sta a noi fare quadrato affinché questi fatti incresciosi non accadono mai più. Per la sicurezza dei cittadini e dei nostri ospiti, salvaguardando ciò che di più importante abbiamo, il nostro nome e la nostra tradizione di ospitalità.

Gianni Indino
Presidente Confcommercio della Provincia di Rimini