Pubblici esercizi sono ancora in forte difficoltà, prorogare progetto Rimini Open Space.

Pubblicato il 23 Marzo 2022 alle 13:01

Pubblici esercizi sono ancora in forte difficoltà, prorogare progetto Rimini Open Space.

Gaetano Callà, presidente FIPE-Confcommercio della provincia di Rimini: “Le attività di pubblico esercizio sono ancora in forte difficoltà e hanno bisogno di essere sostenute dall’amministrazione con la proroga del progetto Rimini Open Space fino a fine anno come è stato portato avanti finora. Capiamo il rilievo che questa misura ha sul bilancio comunale, ma solo così si può tentare di ripartire definitivamente”

“La situazione delle attività di pubblico esercizio rimane molto problematica. Il perdurare delle restrizioni per il contrasto della pandemia da Covid-19, unito ai fortissimi rincari delle bollette energetiche e delle materie prime, sta generando una situazione di grave difficoltà e incertezza per il settore, a cui va aggiunta la forte preoccupazione per quanto sta accadendo in Ucraina e per le possibili conseguenze della guerra anche sull’economia e sui flussi turistici.

Riteniamo dunque di fondamentale importanza la riproposizione del progetto “Rimini Open Space” varato dall’amministrazione comunale di Rimini, che ha consentito a molte aziende del settore di recuperare esternamente gli spazi per l’attività altrimenti persi per le restrizioni causate dalla pandemia. Una proroga per tutto l’anno in corso si rende necessaria, mantenendo le stesse condizioni del passato in particolare sui termini di opportunità di occupazione degli spazi esterni, sia per la gratuità del canone di occupazione del suolo pubblico.

Capiamo bene il rilievo che questa misura possa avere nel bilancio comunale, dato che i rimborsi statali che la compensano si concluderanno alla fine di questo mese, ma riteniamo che solamente in questo modo si possa riuscire a sostenere un settore in difficoltà, che è strategico per il nostro territorio sia dal punto di vista economico, sia occupazionale e turistico. Non possiamo permetterci di perdere attività e dunque quelle che hanno resistito allo tsunami della pandemia devono continuare ad essere sostenute dall’amministrazione pubblica per poter ripartire definitivamente. L’incertezza regna sempre più sovrana e in molti stanno dando fondo ai risparmi di una vita per continuare a lavorare sostenendo le spese vive. Le prospettive purtroppo non sono ottimali: la debolezza della domanda turistica e dei consumi interni non ha precedenti. Secondo le previsioni del Rapporto 2021 di Fipe-Confcommercio appena presentato, una vera ripresa non avverrà prima del 2023 e nel frattempo si sono palesati aumenti clamorosi delle spese aziendali arrivando a cifre insostenibili tra materie prime, energia e carburanti.

Per riprenderci confidiamo nella Pasqua, nei prossimi grandi eventi sul territorio, dalle fiere all’adunata degli Alpini, e soprattutto nell’estate. Ma non possiamo permetterci di pagare per intero la tassa per il suolo pubblico, men che meno di non averlo a disposizione. Vogliamo continuare il confronto con il Comune per valutare le molte sfaccettature che implica questo tema: l’entità dell’imposta, l’ampiezza degli spazi esterni in relazione a quella interna del locale, i costi di montaggio e smontaggio delle strutture che vanno ad incidere notevolmente. La cosa certa è che abbiamo bisogno di tornare a lavorare a pieno, perché i margini sono sempre più bassi e di soldi da investire al momento non ce ne sono”.