Lavoro a chiamata possibile solo nei pubblici esercizi

Pubblicato il 1 Febbraio 2018 alle 11:35

Lavoro a chiamata possibile solo nei pubblici esercizi

“Il lavoro a chiamata può essere effettuato solo nei pubblici esercizi. Nessuna deroga per le imprese artigiane del settore alimentare che intendono stipulare contratti di lavoro a chiamata”.

Lo conferma il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in risposta ad una istanza presentata in materia di lavoro intermittente.

La risposta contenuta nell’interpello, che si allega – spiega FIPE -, è stata fornita a seguito della richiesta di conoscere se le attività di ristorazione senza somministrazione alimentari artigiane (pizzerie al taglio, rosticcerie) potessero rientrare tra quelle indicate al punto 5 della tabella allegata al Regio Decreto n. 2657/1923. La valutazione del Ministero si è incentrata in particolare proprio sull’esame del punto 5 nel quale vengono individuate le prestazioni svolte da “camerieri, personale di servizio e cucina negli alberghi, trattorie, esercizi pubblici in genere ecc.”, quali ipotesi per le quali risulta ammissibile stipulare contratti di lavoro intermittente. In tal senso è necessaria sia una condizione di tipo soggettivo (lavoratori impiegati come camerieri o personale di servizio e di cucina) e una di tipo oggettivo (che l’attività sia resa nelle strutture espressamente richiamate).

In allegato l’interpello.

 Il Ministero ricorda infine che il settore dei pubblici esercizi, con il settore del turismo e dello spettacolo, gode della deroga al limite delle 400 giornate, previsto per gli altri settori.

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