Giornata di sensibilizzazione sulle problematiche relative ai buoni pasto

Pubblicato il 14 Giugno 2022 alle 13:02

Giornata di sensibilizzazione sulle problematiche relative ai buoni pasto

FIPE indice per domani 15 giugno una giornata di sensibilizzazione sulle problematiche relative ai buoni pasto con l’iniziativa “Stop ai buoni pasto per 24 ore” che coinvolge pubblici esercizi e grande distribuzione alimentare

Il presidente di FIPE della provincia di Rimini, Gaetano Callà: “L’obiettivo è sensibilizzare gli utenti di questo importante servizio su quello che devono subire le nostre aziende. Per garantire il servizio dei buoni pasto bisogna renderlo economicamente sostenibile. Con commissioni al 20% del valore pochi pubblici esercizi potranno continuare a lungo ad accettarli”

Domani 15 giugno è la giornata di sensibilizzazione sulle problematiche relative al sistema dei buoni pasto indetta da FIPE-Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi. Con l’iniziativa “Stop ai buoni pasto per 24 ore” promossa a livello nazionale presso pubblici esercizi e anche presso la grande distribuzione alimentare, per un giorno le attività aderenti non accetteranno i buoni pasto.

“L’obiettivo è sensibilizzare gli utenti di questo importante servizio su quello che devono subire le nostre aziende – spiega il presidente di FIPE-Confcommercio della provincia di Rimini, Gaetano Callà -. Le commissioni che le nostre imprese pagano sui buoni pasto non sono più economicamente sostenibili per le attività. Dopo avere discusso per mesi con le istituzioni, senza trovare una soluzione condivisa, con questa iniziativa FIPE fa quindi appello ai lavoratori e più in generale a tutti i consumatori di buoni pasto affinché capiscano le gravissime difficoltà che le imprese vivono quotidianamente a causa delle elevate commissioni applicate, che superano il 20% del valore del buono stesso. Sia chiaro che FIPE non è contraria ai buoni pasto, anzi: la protesta ha l’obiettivo di salvaguardare la funzione del buono che con il perdurare di questa situazione, al contrario, rischia di diventare inutilizzabile. A queste condizioni pochi esercizi riusciranno a continuare a lungo ad accettarli come metodo di pagamento. Chiediamo dunque una vera riforma che renda il sistema economicamente sostenibile anche per le imprese, ovvero i soggetti che danno il servizio direttamente ai lavoratori”.